Festival del cinema di Cefalù 2021

 


1. Chi sei come regista? Presentati in poche battute.
- La mia attività artistica si concentra sulla parola, nonché sull'immagine. Nel cinema parto sempre dalla struttura interna del venturo film e dal "materiale" da cui immagino che sia composto. Penso che l'idea sceglie la forma.
Quello che considero importantissimo sottolineare nei miei confronti è il fatto che ho fiducia nella fluidità dell'artista, nonché nella sua capacità di creare nell'ambito delle arti varie, senza dover essere obbligato, vincolato solamente in un unico termine o definizione ("scrittore", "pittore", "poeta", "regista" e via di seguito) . A mio parere un'arte deve aiutare un'altra arte e, nel caso in cui la sua libertà non viene toccata, la creatività si alimenta e si diffonde da e verso zone imprevedibili.

2. Come descrivi in poche battute il film che presenti al Festival del Cinema di Cefalù?
- "Dovrei lasciare in pegno il diamante" tende di trasmettere una sorta di sognare specifica per le persone solitarie (ossia, specifica per gli uomini che passano attraverso ogni tipo di intensa solitudine): sognare tramite i dialoghi immaginari e terapeutici. Penso che sia un film su come sfidare la routine, l'andazzo dannoso, con la forza dell'immaginazione e, soprattutto, della speranza.

3. Qual è il messaggio che lanci con questo film?
- La vita quotidiana può diventare meno dolorosa se, spiritualmente, riusciamo trovarci altrove, in un altro spazio ed in un altro tempo, appunto là dove aspiriamo a raggiungere.

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